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Montagne e Colline in Cina

Monte Emeishan

Da Novelli ,2013-09-03

L’Emeishan, uno dei quattro monti sacri al buddismo in Cina, in origine era gremito di eremiti e anacoreti taoisti, ma nel VI secolo divenne meta buddhista. Pare che qui abbia vissuto in un'incarnazione mitica Laozi, il filosofo fondatore del taoismo.

 

Le quattro montagne buddhiste sono protette dai Quattro Re Celesti delle quattro direzioni (gli stessi che sorvegliano l'ingresso dei templi). Emeishan, il monte più occidentale, è alto 3099 metri, lo Jiuhuashan 1342 e il Wutaishan 3058, mentre l'isola di Putuoshan è poco più di una collina.

 

Divinità Puxian

Emei, il nome stesso della montagna, è avvolto nel mito. Alcuni pensano che significhi "Monte cinto di Falene" (anche se ciò non corrisponde agli ideogrammi usati); secondo altri evoca le prime due sillabe dell'invocazione buddhista E-Mi-Tuo-Fo, e altri ancora credono che gli ideogrammi che in origine designavano il monte siano andati perduti. Tutti comunque concordano nel ritenere che Puxian sia la divinità tutelare del luogo, che in genere viene raffigurata sul dorso di un elefante o con un fiore di loto.

 

Salita all’Emeishan

Autunno e primavera sono le stagioni migliori per compiere l'impresa; salire d'inverno può essere pericoloso. La montagna è spesso avvolta dalla foschia e il tempo è sempre estremamente variabile. È importante avere indumenti impermeabili, ombrello, scarpe adatte (con buona presa), acqua e carta igienica.

 

Dalla città di Emei, 144 chilometri a sud di Chengdu, si va in autobus a Baoguo, ai piedi del monte (547 metri). La maggior parte degli escursionisti sale lungo la via che dal Tempio Wannian va al Laghetto Xixiang e poi alla cima, a 3099 metri, quindi scende superando il laghetto, il Tempio Xianfeng e il Padiglione Qingyin. La salita e la discesa richiedono un giorno ciascuna. Dal Monastero Baoguo i pulmini portano al Tempio Wannian, e da lì alla vetta ci sono ancora 10 ore di salita. Dal Padiglione Qingyin gli autobus riportano al Monastero Baoguo. Chi non è in buone condizioni, è stanco o non ha tempo può prendere un pulmino per il Padiglione Jieyin e poi raggiungere la cima con la funivia. Molti monasteri offrono cibo e un alloggio spartano, dunque vi si può pernottare al riparo e programmare la salita del giorno seguente.

 

Templi

Nel corso degli anni sono scomparsi molti dei templi dell'Emei, ma alcuni gioielli restano. Il Monastero Baoguo, edificato da un taoista, conserva alcuni elementi originari. Il Monastero Fuhu (Monastero della Tigre Domata), più avanti, vanta una caratteristica torre bronzea ricca di immagini buddhiste e il testo integrale del Sutra della Ghirlanda (quasi 200.000 ideogrammi) della scuola buddhista HuaYan.

 

Al Padiglione Qingyin (Padiglione del Suono Puro) giunge il mormorio delle acque prodotto dalla confluenza dei fiumi Drago Nero e Drago Bianco. a Più in alto, a quota 1020, il Tempio Wannian (Tempio dei Diecimila Anni), fondato nel 268 d.C. e arricchito durante il regno di Wanli con un’enorme sala senza travi,destinata ad accogliere una figura in rame e bronzo di Puxian sul suo elefante. L'originaria struttura lignea finì in cenere e fu sostituita da quella attuale in mattoni. La sala, edificata sul modello di una torre della residenza estiva di Kublai Khan a Chengde ha un aspetto mediorientale.

 

Il Tempio Xianfeng (Tempio del Picco degli Immortali) è situato vicino a una rete di formazioni note come "Grotte Jiulao" (Grotte dei Nove Immortali). Vicino all'intersezione di due sentieri importanti si trova il Laghetto Xixiang (Laghetto dove si Bagna l'Elefante), dove Puxian bagnava il suo elefante. Il bagno dell'animale è una metafora buddhista riferita alla purificazione della mente dal mondo.

 

La salita che porta alla Cima Dorata (Jinding) e al tempio omonimo è dura e in alcuni punti vertiginosa. Sulla via si fiancheggiano diversi templi in rovina, inclusi il Tempio della Nuvola Bianca e la Sala del Dio del Tuono.

 

I fortunati riusciranno a vedere la Gloria di Buddha (foguang), un effetto ottico che si produce nelle nubi sottostanti, provocato dalla luce del sole sulle gocce d'acqua. In epoche passate i devoti, travolti dalla luce eterea, si lanciavano nella luminescenza e si schiantavano sulle rocce sottostanti. La possibilità di vedere il raggio divino è ancora il motivo principale che spinge molti a salire sull'Emeishan.

 

La montagna, su cui si inerpica un insieme eterogeneo di pellegrini, è vittima della sua popolarità, tanto che risulta difficile trovare un angolo tranquillo in cui stare senza essere presi d'assalto dagli ambulanti che cercano di vendere la loro merce. Non scoraggiatevi: il paesaggio è comunque spettacolare. 

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