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Patrimonio dell'Umanità

Grotte di Maijishan

Da Mattia,2013-12-12

Le Grotte di Maijishan sono un gruppo di 194 grotte a carattere buddhista scavate sul fianco del monte omonimo a Tianshui nella provincia del Gansu. Comprendono oltre 7.200 sculture buddhiste e 1.000 m² di affreschi. L'inizio della costruzione risale alla dinastia dei Qin Posteriori del periodo dei Sedici regni.

 

Le grotte di Maijishan, distribuite su un’altezza di 150 metri, si trovano su un monte posto 45 km a sud-est di Tianshui, una città della provincia del Gansu, nella Cina nord-occidentale. Secondo i documenti storici, lo scavo delle grotte iniziò al tempo dei Qin posteriori (circa 3°secolo a.C.), mentre in seguito sulle pareti a precipizio vennero scolpite una serie di statue buddiste ad un’altezza fra i 30 e i 70 metri.

 

Le Grotte di Maijishan sono poste lungo la via della seta, e sono posteriori alle più occidentali Grotte del tempio Bingling, a loro volta influenzate dalle precedenti strutture quali i Buddha di Bamiyan, mentre sono a Occidente delle successive Grotte di Yungang e Grotte di Longmen.

 

Queste grotte buddiste sono sovrapposte l’una all’altra su più livelli, creando una vista maestosa. Al loro interno rimangono 194 statue di argilla, più di 7.000 statue di pietra e 13.000 mq di affreschi realizzati al tempo delle dinastie Wei settentrionali e occidentali, Zhou settentrionali, Sui, Tang, Cinque Dinastie, Song, Yuan, Ming e Qing. Vi si trovano un migliaio di statue in grandezza naturale, piene di senso di vita, fra cui Budda maestosi affiancati da Bodhisattva e discepoli. Alcuni recitano sutra buddisti, col capo chino, altri si parlano all’orecchio, altri ridono oppure salutano con la mano. Ci sono inoltre figurine di ragazzi devoti e bambini ingenui. Dal Maitreya alto 16 metri alle figurine di solo 10 cm, le statue sono minuziose, raffinate e piene di vita. Molte statue umanizzano la divinità, con un forte senso di vita che le rende vicine al pubblico. Queste statue hanno fornito importanti prove per gli studi sul Buddismo, la storia, l’archeologia e l’etnologia. Visto che sono nascoste fra remote foreste, le Grotte di Maijishan sono riuscite ad evitare le distruzioni delle guerre e i saccheggi individuali nelle varie epoche, per cui si sono conservate in buone condizioni.

 

Il più antico riferimento a una comunità buddhista sul Maijishan si trova nel Gāosēng zhuàn, Biografie di monaci eminenti, composto nel 519, ove si descrive l'arrivo di un centinaio di monaci al seguito del monaco Tanhung tra il 420 e il 422, seguiti dall'arrivo di Xuangao che portò a 300 i membri della comunità. Verso il 440 però, le persecuzioni antibuddhiste e il periodo di guerre continue portò all'abbandono dell'area.

 

La più antica iscrizione datata presente nelle grotte si trova nella grotta 115 e reca la data del 502. Ma la struttura subì continui rimaneggiamenti e ampliamenti nel corso di tutta la storia dinastica cinese. 

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